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A Milano: Come sono cambiati l'alimentazione e gli stili di vita degli italiani?

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A Milano, di fronte a giornalisti delle 30 maggiori testate italiane, Herbalife Nutrition Italia presenta questo studio su come sono cambiate le nostre abitudini negli ultimi 25 anni

Come sono cambiati l'alimentazione e gli stili di vita degli italiani?

Per scoprirlo, ecco un’indagine che racconta l’evoluzione della popolazione negli ultimi 25 anni in tema di corretta nutrizione. Qui tutti i risultati

Di certo, la vita era meno frenetica: i cellulari assomigliavano più a dei walkie talkie e ad averceli erano in pochi, e per comunicare si usava ancora il telefono.

E riguardo a una corretta nutrizione e a uno stile di vita salutare, quanto eravamo preparati? Prestavamo attenzione al benessere e alla salute? Tutte domande che si è posta Herbalife Nutrition, azienda del settore nutrizione, che in occasione del suo venticinquennale in Italia, ha commissionato a Pepe Research l’indagine Dagli anni ’90 a oggi, come sono cambiati l’alimentazione e gli stili di vita degli Italiani?. Condotta su un campione rappresentativo di 1.000 persone tra i 18 e i 74 anni di età, offre la fotografia più aggiornata dell’attuale cultura della sana alimentazione e un interessante confronto con il sentiment di 25 anni fa.

COM’ERAVAMO 25 ANNI FA?
«Dallo studio condotto per Herbalife Nutrition – spiegano Paola Merulla ed Elena Salvi di Pepe Research – emerge chiaramente come oggi, molto più di venticinque anni fa, gli Italiani siano sempre più attenti in fatto di alimentazione sana e corretta, volta a raggiungere un benessere personale legato sì al cibo, ma anche a uno stile di vita sano. 25 anni fa si era meno attenti all’aspetto prettamente salutistico rispetto a oggi. Se guardiamo ai dati ISTAT di allora, infatti, l’Italiano medio del 1993 era sicuramente più agiato, più colto e informato rispetto a trent’anni prima, più incline alla cura meticolosa del proprio corpo ma poco attento, per esempio, all’assunzione di una dieta varia. I ventenni degli anni ’90, ovvero gli ultraquarantenni di oggi, dichiarano invece di aver diminuito l’attività sportiva negli ultimi 25 anni, ma di aver aumentato l’attenzione a uno stile di vita sano e al cibo salutare».

MENO ATTIVITÀ FISICA, PIÙ CURA PER IL BENESSERE
Meno attività fisica, forse, rispetto a 25 anni fa, ma una maggiore cura per la propria salute, che si manifesta specialmente con l’attenzione a una sana condotta di vita: ecco oggi a cosa è attenta la maggioranza della popolazione. Dallo studio, in particolare, emerge come la gran parte degli intervistati ammetta di fare molta attenzione ad assumere una dieta bilanciata (50%), a condurre uno stile di vita sano (40%) e a ricercare un’alimentazione più corretta (38%). «Sono proprio gli ultraquarantenni di oggi – sottolineano le due ricercatrici – ad aver accresciuto, negli ultimi 25 anni, la loro attenzione a tutte le componenti nutrizionali e in particolare alla provenienza delle materie prime dei prodotti alimentari. Si tratta evidentemente di un cambiamento culturale che interessa, ormai, tutte le fasce della popolazione perché, anche da un confronto con i millenials, nati tra il 1981 e il 1996, si osserva un’accresciuta attenzione ad aspetti specifici dell’alimentazione come origine delle materie prime, ma anche apporto calorico, vitaminico, proteico e di minerali».

LE DONNE SONO PIÙ ATTENTE ALLA SANA ALIMENTAZIONE
L’attenzione vera e propria verso il salutismo è, però, prerogativa di 1 italiano su 4, soprattutto donne e persone con un tasso di istruzione più elevato. «Non stupisce – commenta il Prof. Maurizio Fraticelli, specialista in medicina estetica e dietologia – che le donne italiane siano più attente alla sana alimentazione e a un corretto stile di vita rispetto agli uomini, vuoi per la vanità che le spinge a mantenersi snelle e in forma, vuoi per una maggiore sensibilità sui temi che riguardano la promozione della salute e del benessere. Non dimentichiamo, inoltre, che le donne hanno anche dei bisogni nutrizionali del tutto particolari e che il loro corpo subisce continui cambiamenti legati ai cicli ormonali che regolano la loro fisiologia. Generalmente, nell’arco della nostra vita, ognuno di noi si pone diversi obiettivi salutistici, per esempio per migliorare la propria forma fisica o le proprie prestazioni atletiche se si fa dello sport, obiettivi che però non sempre si perseguono con costanza».

COME CI PERCEPIAMO OGGI NOI ITALIANI?
Oltre che più attenti alla promozione del proprio benessere e all’alimentazione corretta, la maggioranza degli Italiani si definisce anche in forma ed in salute (l’88%). Tuttavia, solamente 4 su 10 hanno una percezione del proprio benessere a livello ottimale, gli altri per lo più riconoscono che, forse, ci possono essere dei margini di miglioramento. In generale, se gli uomini (45%) dichiarano di sentirsi meglio rispetto alle donne (36%), le differenze più importanti si osservano, tra i più giovani e le persone over 60, per le quali solo il 15% giudica il suo stato di forma come ottimale.

Sempre dall’indagine risulta, inoltre, che poco meno di un terzo degli italiani (il 29%) si percepisce in sovrappeso, mentre i 2/3 si dichiarano, invece, normo-peso. Dati interessanti se confrontati con quelli pubblicati invece dall’Istituto Superiore di Sanità (Epicentro ISS), che da dieci anni registra un aumento dell’obesità a livello nazionale, secondo cui il 45,1% degli Italiani di età uguale o maggiore di 18 anni è in ‘eccesso ponderale’ (ovvero sovrappeso o obesità). Dove sta dunque la verità?

GLI ITALIANI E LA PERCEZIONE DELL’OBESITÀ
Per fare chiarezza, abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere sul tema obesità con il Dr. John Agwunobi, Medico Chirurgo (M.D.), Master of Public Health (M.P.H.), attualmente Chief Health and Nutrition Officer at Herbalife Nutrition e Co-President di Herbalife Nutrition oltre che uno dei massimi esperti internazionali in tema di alimentazione e benessere. «L’Italia ha un tasso di obesità negli adulti del 10%, uno dei più bassi in Europa, ma oltre il 35% della popolazione adulta è sovrappeso. Paragonando questi dati con quelli emersi dall’indagine condotta da Herbalife Nutrition, emerge come nella popolazione italiana ci sia un netto divario tra l’autopercezione di se stessi e la realtà. Questa evidente scarsa consapevolezza del problema del sovrappeso e dell’obesità potrebbe rappresentare nel prossimo futuro un rischio per il sistema sanitario italiano».

CAMBIAMENTO NELLA CULTURA ALIMENTARE
«Già in Italia le abitudini e i comportamenti nei confronti dell’alimentazione sono cambiati, soprattutto tra i giovani – commenta il Dr. Agwunobi – Uno studio condotto nell’ultimo decennio dall’Università degli Studi di Firenze ha esaminato il comportamento della Generazione X verso la Generazione Y, e ha evidenziato un marcato cambiamento nella cultura alimentare italiana negli ultimi 10 anni verso diete caratterizzate da un alto apporto energetico.

Lo studio ha mostrato il calo della dieta tradizionale caratterizzata da alti consumi di frutta, verdura e pesce e nello stesso tempo è emerso un aumento del consumo di prodotti facili da preparare e pronti da mangiare, soprattutto nel Nord Italia. Sembrerebbe che questo cambiamento di abitudini possa essere guidato da una crescente mancanza di tempo e da un calo del potere di acquisto tra i più giovani.

D’altro canto, però, la ricerca commissionata da Herbalife Nutrition, mostra come gli adulti sopra i 40 anni sono più interessati a condurre stili di vita sani e attivi e a consumare in prevalenza cibi sani, rispetto a 25 anni fa. Per esempio, il 41% dichiara di mangiare solo cibi sani, mentre 25 anni fa era solo del 27%».

LE CAUSE DELL’OBESITÀ
Mentre molti scienziati concordano sul fatto che la naturale predisposizione delle persone a diventare obesi sia spesso legata a fattori genetici, fattori ambientali o di stile di vita, è altrettanto vero che l’obesità può essere prevenuta e/o controllata. «Uno squilibrio tra le calorie consumate e le calorie bruciate è la causa fondamentale dell’obesità, spesso provocato da un aumento del consumo di cibi ad alto contenuto calorico e ricchi di grassi, piuttosto che una dieta a base di cibi nutrienti – spiega il Dr. Agwunobi – Inoltre, fra le altre cause c’è la poca attività fisica determinata anche da uno stile di vita sempre più sedentario a causa del lavoro, del cambiamento dell’uso dei mezzi di trasporto e dell’eccessiva urbanizzazione».

I dati dell’OMS mostrano anche come il reddito giochi un ruolo fondamentale. «Nei Paesi con un reddito medio-alto aumenta l’incidenza di un elevato indice di massa corporea. Proprio qui, la presenza di popolazione in sovrappeso è più del doppio rispetto ai Paesi a reddito medio-basso. Per quanto riguarda l’obesità, la differenza triplica, passiamo da un 7% di incidenza in entrambi i sessi nei Paesi a reddito medio-basso al 24% nei Paesi a reddito medio-alto».

I RISCHI DELL’OBESITÀ
«È scientificamente dimostrato che l’obesità ha molti effetti negativi sulla salute, come l’aumento della pressione sanguigna, il colesterolo, l’aumento dei trigliceridi e lo sviluppo dell’insulino-resistenza – spiega il Dr. Agwunobi – Il rischio di una malattia coronarica, di ictus e di sviluppare il diabete di tipo 2 aumenta costantemente in relazione all’aumento dell’indice di massa corporea (BMI), che misura il peso rispetto all’altezza. Un aumento del BMI aumenta anche il rischio di diversi tipi di tumore, inoltre il tasso di mortalità aumenta con l’aumentare del sovrappeso».

L’OBESITÀ SI PUÒ PREVENIRE?
Una nutrizione ben bilanciata unita a un regolare esercizio fisico è la chiave per prevenire l’obesità. «Un pasto sano inizia con ingredienti di alta qualità, accuratamente selezionati e carichi di nutrienti, mentre l’esercizio fisico può essere facilmente inserito nella routine quotidiana delle persone – commenta il Dr. Agwunobi – Quindi, piuttosto che prendere l’auto o l’autobus per andare a lavoro, perché non camminare o prendere la bicicletta per arrivare in ufficio? O invece che prendere la scala mobile o l’ascensore perché non salire le scale a piedi? Solo 25 minuti di esercizio tre volte a settimana possono fare la differenza, portando a uno stile di vita più sano e più felice. E soprattutto, ridurre l’assunzione giornaliera di calorie non basta: per perdere peso, bisogna trovare il tempo per mettere insieme pasti sani e pieni di nutrienti, anche se non è così semplice».

LE LINEE GUIDA DI UNA DIETA SANA
«Tutto si basa su un approccio equilibrato – spiega il Dr. Agwunobi – Per una dieta sana è necessaria una combinazione di cibi sani e di integratori che aiutino a soddisfare le proprie esigenze quotidiane, insieme al giusto apporto calorico per aiutare a perdere, guadagnare o mantenere il peso corporeo. Il metodo Herbalife Nutrition consiglia che il 30% dell’apporto calorico giornaliero dovrebbe provenire da proteine e circa il 40% sotto forma di carboidrati buoni, come cereali integrali, legumi, verdure e frutta. Il corpo umano per funzionare correttamente richiede anche piccole quantità di grassi buoni (pesce, noci, olio d’oliva e avocado), per non più del 30% dell’apporto calorico giornaliero. Inoltre, raccomandiamo che una dieta equilibrata includa vitamine e minerali, come calcio e magnesio, fitonutrienti (spesso presenti in verdure e frutta colorate), nonché una dose giornaliera di 25 grammi di fibre. Anche l’acqua svolge un ruolo centrale nella filosofia nutrizionale della nostra azienda e generalmente raccomandiamo che idealmente le persone debbano bere circa 8 bicchieri d’acqua al giorno da 240 ml (circa 2 lt)».

QUAL È LA DIFFERENZA TRA INTEGRATORI E SOSTITUTI DEL PASTO?
Tornando alla ricerca condotta da Herbalife Nutrition in Italia, 1 italiano su 4 considera integratori e prodotti sostitutivi del pasto come possibili incentivi per adottare e mantenere una dieta bilanciata che consenta anche di conquistare e mantenere il proprio peso forma. Soluzioni utili ed efficaci, che aiutano a contrastare, per esempio, la mancanza di tempo. Prodotti che piacciono soprattutto alle donne (29%), alle nuove generazioni (18-24enni 38% – 25-34enni 46%), alle persone con un maggior grado di istruzione (37%) e ai più attenti al salutismo (34%).

Ma qual è la differenza tra i sostituti del pasto e gli integratori? «I prodotti sostitutivi del pasto vantano oltre trent’anni di ricerche scientifiche a supporto – afferma a questo proposito Maurizio Fraticelli – In particolare, la valenza del pasto sostitutivo è riconosciuta attraverso due indicazioni sugli effetti benefici che questi possono apportare: la prima dice che il consumo di un pasto sostitutivo al giorno contribuisce al mantenimento del peso, la seconda consiglia l’utilizzo dei sostituti del pasto, in sostituzione di due dei pasti principali, nel caso in cui si vogliano utilizzare questi prodotti per perdere peso.

Mentre gli integratori alimentari sono prodotti che favoriscono l’assunzione di alcuni principi nutritivi non presenti o scarsamente presenti negli alimenti che consumiamo giornalmente. Possono contribuire al nostro benessere quotidiano perché, nella grande maggioranza dei casi, riescono a colmare quelle carenze nutrizionali dovute alla vita sempre più frenetica, che spesso ci porta ad adottare abitudini alimentari non corrette».

LA FILOSOFIA DI HERBALIFE
Abitudini che in questi ultimi 25 anni, Herbalife ha cercato di combattere, propugnando una vita sana e attiva, basata su un’alimentazione corretta, con prodotti nutrizionali di elevata qualità, e la regolare attività fisica. «Oggi veniamo percepiti come una wellness company globale – dichiara Cristiano Napoli, Amministratore Delegato Herbalife Italia –  che interpreta i bisogni dei suoi consumatori ideando e sviluppando prodotti sempre nuovi: non più soltanto soluzioni per il controllo del peso, ma proprio perché sappiamo che l’evoluzione della vita moderna è, oggi, fonte di stress, anche integratori specifici che possono efficacemente supplire a ogni carenza, per un’efficace outer e inner nutrition».